domenica 11 maggio 2008

Lupomanno ha divorato Cicciobello.

Chi sono Lupomanno e Cicciobello?per gli amici sono il neo sindaco di Roma Gianni Alemanno e l'ex sindaco(per due volte) ed ex ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli. È successo l'inverosimile alle ultime elezioni amministrative di Roma: Lupomanno s'è pappato -elettoralmente parlando-il sindaco della Roma piaciona e del Giubileo,l'ex radicale convertitosi al Cattolicesimo. Nemmeno il genero di Rauti ( ne ha sposato la figlia Isabella) pareva crederci, tanto che aveva già contrattato un posto da ministro nel Governo Berlusconi. Ma bastava parlare con il popolo romano per rendersi conto di quanto fosse stufo di notti bianche,buone solo per ladri e stupratori. Una nuova età comincia per la Capitale:termina un ciclo lungo 32 anni di dominio delle sinistre nella Città Eterna, anche a voler prescindere dal fatto che mai la destra come tale aveva governato la città di Roma. Adesso c'è da fare: i compiti- dal nuovo piano regolatore alla sicurezza- che attendono la nuova giunta sono così gravi da far tremare i polsi a chiunque. Ma non a Lupomanno.

giovedì 8 maggio 2008

Un governo snello e efficiente.

Il Quarto Governo di Silvio Berlusconi ha ben cinque ministri in meno del predecessore Prodi,con la rilevante differenza che sono stati accorpati numerosi ministri con portafoglio,cioè con autonoma capacità di spesa. Già questo è un bel risparmio di denaro pubblico,ma non sfugga che meno ministri son più gestibili per reggere la sfida di Governa. E di sfide- dall'imondizia partenopea ad Alitalia,passando per sicurezza e crollo economico- ve ne sono parecchie davvero. Forza,ministri:al lavoro!

sabato 3 maggio 2008

Santoro contro tutti.

Il popolare conduttore televisivo torna ad infiammare il dibattito politico nazionale. La puntata di Annozero di giovedì dedicata al V2-Day di Beppe Grillo, infatti, è stata duramente criticata dentro e fuori viale Mazzini. Nel mirino gli spezzoni di manifestazione mandati in onda nel corso della trasmissione durante i quali il comico genovese metteva in dubbio l'imparzialità del Capo dello Stato Giorgio Napolitano e attaccava l'oncologo Umberto Veronesi (colpevole, secondo Grillo, di negare l'impatto degli inceneritori sulla salute pubblica).
Il primo affondo arriva dal presidente della Rai Claudio Petruccioli: «Michele Santoro ha di nuovo messo il servizio pubblico radiotelevisivo a disposizione di Beppe Grillo; il quale dagli schermi Rai ha rivolto insulti inconcepibili e privi di qualunque giustificazione al presidente della Repubblica, oltreché ad una personalità universalmente stimata come il professor Umberto Veronesi». «Il danno - prosegue -, l'umiliazione e la vergogna che vengono al Servizio Pubblico da questi episodi, sono incalcolabili; per la mia funzione e personalmente ne faccio ammenda e prendo impegno a fare tutto il possibile per impedire che qualcosa del genere possa ripetersi». «A nessuno - conclude Petruccioli - quindi neppure a Michele Santoro è consentito confondere la libertà del giornalista e la responsabilità del conduttore con l'appalto della tv pubblica a terzi che ne fanno un uso arbitrario e indecente». Ora il caso potrebbe finire sul tavolo del Cdl di viale Mazzini che si riunirà mercoledì prossimo. Ma contro Santoro scende in campo anche il presidente uscente della commissione di Vigilanza Mario Landolfi: «Nella puntata di Annozero è stato rinverdito il diritto al "linciaggio mediatico", con l'attacco a Veronesi e, soprattutto, il vilipendio al Capo dello Stato». Dal canto suo il giornalista si difende spiegando di aver fatto «come sempre» il proprio dovere, «con ottimi risultati per l'azienda e portando a termine una trasmissione difficile che ha dovuto sopportare durante il suo svolgimento insulti e provocazioni preordinate». Quanto a Grillo Santoro sottolinea che, poiché il comico genovese è «di fatto un soggetto politico, va attribuita esclusivamente a lui la responsabilità di ogni sua dichiarazione». Al suo fianco anche il presidente della Federazione Nazionale della Stampa Roberto Natale che critica Petruccioli: «Appare singolare l'idea del presidente che gli spettatori della Rai non possano vedere ciò che avevano potuto leggere nei giorni precedenti sui quotidiani, come se fossero cittadini immaturi e bisognosi di tutela». Ma non è solo il «caso Grillo» a far discutere. La puntata di giovedì sera, infatti, potrebbe avere degli strascichi giudiziari. L'editore catanese Mario Ciancio Sanfilippo, direttore del quotidiano La Sicilia, ha minacciato la querela nei confronti dell'ex giornalista dell'emittente Telecolor Giuseppe La Venia che, durante la trasmissione di giovedì, lo ha accusato di aver salvato la rete cacciando pretestuosamente dei giornalisti liberi. Stessa minaccia è arrivata da Vittorio Sgarbi che, sempre giovedì, aveva litigato in diretta con Marco Travaglio su Enzo Biagi.