giovedì 31 maggio 2007

A chi fa paura il messale sistino?

Pare proprio che sia questione di giorni il motu proprio con cui il Sommo Pontefice dovrebbe permettere, ai sacerdoti che lo vogliano, di officiare messa secondo il rito di San Pio V, id est in latino e con il curato che officia dando le spalle al Dei popolus. Purtroppo nei sacri Palazzi molte sono le resistenze e le ostilità a questo fermo convicimento papale. Molti parroci infatti sono adusi a officiare messe come fossero spettacoli di varietà di bassa lega. Il vostro cronista eurabico ha dovuto assistere a una funzione religiosa, della scorsa santa Pasqua, in cui si addittava al pubblico apprezzamento l'operato di tal Gino Strada,mostrandone video di gesta varie.Manco fosse un santo! Il tutto era poi finalizzato a fare propaganda al candidato locale di centro sinistra per il comune. È sorprendente che la chiesa di base non si accorga dei rischi che va correndo. Pare che speri di addomesticare il coccodrillo del fondamentalismo laicista o islamofascista nell'illusione di essere mangiata per ultimo. Perchè non si leggono il libro di tal Cardinal Ratzinger "Kirche,Okumene und Politik"(1987), in cui il Papa evidenzia come affrontare certe sfide dell'evo contemporaneo? Magari non sanno che è più facile imparare il tedesco dell'arabo.
Ad proxima acta diurna

Il magnifico Settantasette ( anno ferace ).

Ricorrono trent'anni dal 1977,anno cruciale nelle cronache dei mandarini della nostra intellighentia , per via delle contestazioni che colpirono vari capi della sinistra del tempo. Per esempio fu memorabile quella a Luciano Lama a Bologna, ad opera del movimento per l'Autonomia,che si distinse per amenità come gli indiani metropolitani et similia. Ma per l'umile redattore di queste cronache eurabiche il '77 è assai più interessante per un dato ignorato dai nostri media . Quell'anno fu l'ultimo prima della approvazione della legge che rese legale l'interruzione volontaria della gravidanza ( intendasi aborto) e fu anche l'ultimo anno in cui in Italia nascevano ben 800.000 bambini. Se si fossero mantenuti quei livelli di crescita demografica,oggi saremmo 6 milioni di italiani in più, cioè non avremmo bisogno di manodopera immigrata,con tutti i guai che ciò comporta. Non ci sarebbero problemi per il nostro sistema previdenziale e nessuna "gobba"demografica minaccerebbe l'assetto della nostra società. Per cui il tanto citato Welfare State non correrebbe i rischi di dissesto che corre oggi. Il bello (o il brutto) di certa nostra sinistra e dei suoi Soloni è che confonde la causa con l'effetto. Infatti secondo i relatori della Conferenza della Famiglia, tenutasi a Firenze lo scorso fin de semaine, la causa del crollo delle nascite è la mancanza dello Stato. Paolo Onofri,prodiano di latta( non d'acciaio,perchè detta lega poco si accorda con il nostro premier)quantifica in 200 € mensili a figlio il reddito minimo per incrementare le nascite. Occorre cioè più stato sociale per far nascere più figli. Non viene in mente ai Soloni rossi o rosa che , solo se si ripartirà dalla famiglia vera, cioè fondata sulla coniuctio maris et feminae, ci sarà un'inversione vera di tendenza e ci salveremo dall'estinzione? Infatti solo la comune volontà di un uomo e di una donna può motivare la procreazione di altri figli,altro che più apparati burocratici. Se la nostra gauche plurielle sapesse che un tale di nome Benito Mussilini aveva ideato l'opera nazionale per la maternità....Meno male che hanno ostracizzato un tale di nome Renzo De Felice.
Ad proxima acta diurna