sabato 15 agosto 2009

La coscienza dei Capi di Stato.

In questi tempi due fatti accomunano il dibattito politico del Sudamerica e dell'Europa. Il Granduca Enrico del Lussemburgo ha deciso di non firmare la legge che legalizza l'eutanasia e che entro dicembre sarà passata in seconda lettura dal Parlamente. Per la prima volta nella storia plurisecolare del Regno un sovrano interviene per bloccare,a causa della Coscienza, una legge in cui non crede,poichè non è un cattolico “adulto”,bensì osservante. La decisione di Enrico del Lussemburgo ricorda quella di suo zio re Baldovino del Belgio,che nell'aprile del 1990 preferì autosospendersi dal trono piuttosto che firmare la legge che autorizzava l'aborto. Sempre in tema di legalizzazioen dell'interruzione volontaria della gravidanza, dall'altro capo del mondo ecco arrivare un altro caso di Coscienza di un Capo di Stato,tutt'affatto diverso quanto a impostazione politica. Infatti il Presidente dell'Uruguay, Tabarez Vazquez(il primo presidente progressista nella storia del paese) si è rifiutato di promulgare la legge sull'aborto e s'è dimesso dal suo partito,quello socialista. Questo caso di “coscienza” è differente da quello del Granduca,poichè ispirata alla professione “laica” di medico del Presidente,che ha sempre dichiarato di essere contrario all'aborto:<<l'aborto no. L'aborto mai,sono un medico,sono per la vita e credo nella difesa dei diritti dell'uomo,anche di quelli più indifesi>>.
Come hanno reagito le maggioranze politiche che hanno approvato queste leggi? Sia in Lussemburgo che in Uruguaay cercheranno di togliere ai rispettivi Capi di Stato la potestà di approvare le leggi, che è una prerogativa tipica e caratterizzante la funzione di chi è posto al vertice dello Stato. Non stupisce pertanto la reazione in tal senso dei progressiti uruguayani,che rispettano tutti meno quelli che dissentono dalle loro posizioni, ma amareggia quella del premier lussemburghese Jean Claude Juncker in tal senso, che è un cristiano sociale. Da cattolico “adulto”, saprà che la nozione di Norma,definita da San Tommaso d'Aquino come <<rationis ordinatio ad bonum commune,ab eo qui comunitatis curam habet promulgata>> , impone di pensare al bene comune di tutti i componenti la società, inclusi quelli che,pur avendo diritto di esistere,non sono in grado di pronunciarsi in tal senso?
Comunque conforta sapere che vi sono personalità pubbliche, nelle istituzioni,che non si prestano,per ragioni di convenienza elettorale, a tradire la propria Fede o Coscienza per apporre la propria firma in calce a un pezzo di carta,che gronderà poi sangue di innocenti.

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