martedì 12 giugno 2007

Visti da vicino: Giulia Maria Crespi.

Il vostro cronista ha avuto modo di conoscere prima facie ( e anche collaborare,ahilui) con una delle più insigni, ut ita dicam, maitresse a pénser della nostra gauche :Giulia Maria Crespi, ultima erede dei celeberrimi Crespi,già industriali tessili e poi da ultimo padroni del Corriere della Sera. L'impressione avuta è delle più raggelanti. Pareva di essere di fronte a una specie di pierrot arruolato nell'esercito della salvezza. Non interloquiva,inquisiva. Era incapace di prestare la sua preziosissima attenzione per più di due secondi su di un singolo argomento. Poi saltava come un grillo dispettoso da un tema all'altro senza nessun nesso logico. Non dialogava,monologava. Nel voler approfondire i problemi,ci si accorgeva che ella non sapeva nulla della realtà culturale o sociale circostante,ma solo ciò che la sua cerchia di maggiordomi lasciava filtrare a bella posta per lei. Non stupisce che trent'anni fa abbia rovinato il Corriere della Sera regalandolo (complice Piero Ottone) alle sinistre,che difatti da allora non lo mollano più. Oggi s'occupa d'ambiente e cultura tramite il Fondo Ambiente Italiano- FAI, dove continua a dare mostra della sua fatuità. Altro che sindrome dei Buddenbruck, qui dei Crespi d'antico stampo non è rimasto nemmeno l'ombra.

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