giovedì 15 marzo 2007

Linea della fermezza sui rapimenti.

La vicenda dell'ennesimo rapimento a scopo ricatattorio - estorsivo di un giornalista, in uno dei teatri di guerra al terrorismo, suggerisce delle riflessioni, fatta poi salva una conclusione. Infatti perchè tanti giornalisti insistono con l'andare su teatri di guerra dove ben poco si carpisce in termirni di notizie e scoop? Non c'è molto da "scoopare" ( mi si perdoni il neologismo) in un paese fermo al Medioevo islamico come l'Afghanistan. Il poco di progresso di questo martoriato paese fu opera di re Zahir Scià, che un golpe filo sovietico detronizzò ben oltre trent'anni fa, nel 1974. Da allora in poi si sono susseguite una serie ininterrotta di guerre civili, l'invasione sovietica e la conseguente guerra di liberazione , poi altra guerra civile tra il regime comunista e la resistenza afghana, infine il dominio degli warlords. Da ultimo il Pakistan e i suoi torbidi servizi segreti appoggiarono l'ascesa dei talebani, che fecerono di questa impervia terra la serra calda del terrorismo internazionale islamico dei vari Bin Ladin. È di ieri la confessione di un mancato kamikaze dell'11 settembre che voleva uccidere pure papa Woytila, che certo non era antislamico. Allora è da chiedersi: cosa ci sarà mai da inchiestare su una posto devastato da trent'anni di guerra? Tanto più che ci saranno sì e no tre strade percorribili. Inoltre perchè non rivolgere lo zelo giornalistico su ben altri posti e paesi, tipo la Nigeria o il Sudan? In attesa che i padroni della carta stampata chiariscano perchè fan rischiare la pelle vanamente ai loro salariati, una cosa dovrebbe esser chiara e indiscutibile. Coi barbari rapitori tagligole non si tratta. Bisogna,cioè,seguire la linea che fu adottata per la vicenda del sequestro Moro: quella della fermezza. Stiamo fermi e cerchiamo di rintracciare i rapiti,perchè altrimenti se si cede al ricatto dei rapitori si entra in una spirale da cui non si esce più. Di certo si alimenta un losco traffico con gentaglia senza scrupoli, che specula sulle gole mozzande dei giornalisti e degli occidentali in genere. Perchè Eugenio Scalfari,che fu cantore della linea della fermezza, oggi è per la trattiva? Pretendere coerenza da personaggi simili è troppo, ma si può dar loro un cosiglio. Perchè non chiede al Premier Prodi, a Treu e Clò di fare un'altra seduta spiritica (come fecero ai tempi del sequestro Moro) e di farsi dire da qualche spirittello maomettano dove tengono recluso il giornalista di Repubblica?
Ad proxima acta diurna

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