venerdì 11 gennaio 2008

La deriva “chavista” dell'America Latina.

L'America meridionale è nota al mondo per essere il continente con il più alto numero di cattolici,ma da alcuni anni pare vivere una involuzione politica assai poco ispirata alle Dottrine della Chiesa Cattolica. Infatti se si analizzano i modelli di governo che prevalgono in Sudamerica,si può riscontrare che due sono le tipologie che dominano la realtà sudamericana.
A parte la Colombia – dove peraltro la sovranità del Governo è fortemente limitata da una feroce guerriglia maoista, assai implicata nel narcotraffico- vi sono Stati dove governano forze politiche di sinistra “moderata o socialdemocratica”,come Brasile,Cile,Perù e Uruguay, mentre altri sono dominati da regimi di sinistra radicale come il Venezuela di Hugo Chavez,la Bolivia di Evo Morales e l'Ecuador di Rafael Correa . In una ideale via di mezzo pare porsi l'Argentina della neoeletta Cristina Kirchner. Tutto questo quadro spiega perchè certa parte del mondo progressista europeo e italiano parli di un vero e proprio “Rinascimento” sudamericano. Non a caso il Presidente della Camera Fausto Bertinotti,già segretario del Partito della Rifondazione Comunista, ha svolto una visita di Stato di ben dieci giorni,dal 6 al 17 di gennaio, in Bolivia, Perù, Ecuador e Venezuela , tappe di un viaggio in una sorta di Eldorado delle sinistre radicali: nazionalizzazioni, riscatto degli indios, lotta alla miseria. Sono temi che rientrano nei miti che certa sinistra ama diffondere in Europa. La realtà dei fatti è ben diversa e più drammatica. È in atto ,infatti, un attacco contro le tradizioni storiche e religiose proprie del Sudamerica,come dimostra la demolizione- prezzolata e pianificata dal Governo Chavez -del monumento a Cristoforo Colombo, avvenuta a Maracaibo in Venezuela alcuni mesi fa.Si vuole una volta di più far passare tutta la fase storica della conquista europea come un momento negativo della storia sudamericana, mentre si dimenticano le pratiche barbariche delle civiltà precolombiane come il cannibalismo o i sacrifici umani. Attacco privilegiato di queste politiche è ovviamente la Chiesa Cattolica,che accomuna l'intero continente e che costituisce da sempre un ostacolo - sia per la sua difesa della tradizione sia per la sua dottrina sociale- per quelle forze che vogliono appropriarsi dei tesori sudamericani, facendosi forti dei caratteri specifici dei vari popoli che la abitano. Difatti si sostiene la diffusione di movimenti settari,le cosiddette chiese evangeliche, con lo scopo di indebolire il ruolo unitario che il cattolicesimo ha sempre avuto in America Latina, mentre si ignorano l'impoverimento crescente delle popolazioni sudamericane e la preoccupante diffusione di violenza e disadattamento sociale. Per distogliere l'attenzione della opinione pubblica dagli insuccessi nella politica economica dei Governi, la si aizza contro gli Stati Uniti,mentre si intrattengono rapporti diplomatici di collaborazione - se non di aperta alleanza- con regimi come quello iraniano. Insomma si assiste a una vera e propria “deriva” chavista,antioccidentale e anticattolica, del continente che più di ogni altro è cattolico. Ma pare che i primi segni di cedimento di questa politica comincino a scorgersi,come dimostra il referendum venezuelano che ha respinto le modifiche “socialiste”- tra cui quella di Presidente a “vita”della Repubblica,come il leader nordcoreano Kim Jong-Il- proposte da Chavez. Si può concludere che cinque secoli di Fede cattolica valgono assai di più di un Hugo Chavez o di un Rafael Correa, sedicenti continuatori di Simon Bolivar in una guerra di indipendenza del tutto posticcia.

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