domenica 14 ottobre 2007

Oggi nasce il Partito Democratico,domani il Governo Prodi potrebbe morirne.

Oggi 14 ottobre si tengono le tanto strombazzate elezioni per il leader del Partito Democratico e appare scontata l'elezione di Veltroni alla guida del neo partito. Meno ovvi potrebero essere gli effetti che questa consultazione potrebbe avere sul Governo in carica. Se nulla o poco Prodi ha da temere da una affluenza scarsa alle cosiddette primarie o se perfino da una afferamzioen superieore ai sondaggi per Rosy Bindi o Enrico Letta , principali competitors di Veltroni, avrebbe qualcosa da guadagnare, l'apoteosi del cinematografico sindaco di Roma potrebbe essere la pietra tombale del suo Governo. Infatti è chiaro che tutta una serie di lobbies ulivesche richiederebbero la testa di Prodi per dare il segno del cambiamento e dare un seguito alle richieste del popolo di sinistra. Tutto bene,quindi? Niente affatto,perchè al posto di Prodi andrebbe un Governo ponte o traghetto con lo scopo di fare alcune rifome la cui apporovazione ci porterebbe a votare al più presto nel 2009-10. Poco importa chi sarebbe a guidare questo gabinetto transizionale: si parla di Marini, Dini o Draghi. La maggioranza sarebbe composta da Unione più Udc e magari An,perchè da una stagione costituente Fini otterrebbe la testa di Berlusconi e guiderebbe il centro destra. E il Cav. accetterebbe un simile scenario? Se ne può dubitare,ma la sua autonomia negoziale è limitata e contingentata dal fatto che il Presidente della Repubblica non scioglierà mai le Camere se non sarà fatta una nuova legge elettorale,ergo si torna alla casella di partenza: se cade Prodi,"governo d'affari",come si diceva ai tempi di Giolitti. Forse è per questo che Berlusconi ha tutto da guadagnare a tenre a galla Prodi,dato che un Governo arrogante ma debole non fa che accrescere i suoi consensi e ridurre quelli dell'Unione,anche a voler prescindere dalla competition che ci sarà tra Veltroni e Prodi sull'essere la "prima donna"o meglio la prima "megera" dell'Ulivo democratico. Si vedrà da domani 15 ottobre quel che capiterà al Governo.

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