domenica 14 ottobre 2007

Quando si vuole dare l'interpretazione autentica del Motu proprio pontificale.


Come è noto, con il motu proprio "Summorum pontificum" il Santo Padre ha "liberalizzato", c'ést a dire permesso ai singoli sacerdoti di dir messa secondo l'antico rito in latino,così come emendato da Papa Roncalli nel 1962, senza la previa autorizzazione del vescovo e a condizione che a richiederlo sia un nucleo stabile di almeno 15 fedeli. Pare che non ci sia nulla di male e invece le cose non stanno affatto così. Infatti nel Consiglio Permamente della Conferenza Episcopale Italiana del settembre scorso si è cercato di approvare un documento che limitasse la possibilità di latine dicere la Santa Messa. Il Presidente Arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco ha ovviamente impedito che si mettesse ai voti e si approvasse una risoluzione del genere che avrebbe avuto del paradossale. È incredibile che la Chiesa italiana, il cui primate è niente meno che il Papa in persona, ne " commissari"l'autorità per una questione tutto sommato immeritevole di tante polemiche. Perchè i vari vescovi del Consiglio Permamente non si preoccupano della messe dove si presenta Gino Strada nelle vesti di Santo vivente,come è successo in occasione della messa pasquale scorsa in diverse parrocchie? Oltre tutto questi prelati ( si va dall'Arcivescovo di Lucca, il filo castrista Italo Castellani,a quello di Chieti,per non dire di quello di Palermo) paiono ignorare quanto disposto nella "Redemptionis sacramentum", istruzione contro gli abusi liturgici voluta dal Pontefice predecessore dell'attuale e redatto sotto la direzione dell'allora Cardinale Joseph Ratzinger,proprio per evitare gli abusi liturgici come quello che vede un Gino Strada tra i santi. Il filo conduttore degli attacchi verso il vecchio messale è di essere connotato da una "ecclesiologia" ormai incomprensibile per l'uomo d'oggi, mentre confondere quella specie di Barabba che è Strada per Gesù lo sarebbe! Per fortuna cardinali autorevoli come Caffarra,Ruini e Scola hanno stroncato con i loro interventi il pronuciamento degli illuminati. Certo si comprende il rischio di "marcionismo"che vive la Chiesa d'oggi e che è paventato,non a caso, dal Sommo Pontefice. Non resta che auguragli lunga vita per ostacoalre i marcioniti dei nostri tempi.

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