domenica 21 ottobre 2007

Regolamento di conti per la Corte dei Conti.

È dei giorni scorsi la notizia di un intervento del Governo ( sempre più periclitante dal canto suo) per commissariare la corte dei conti e privarla così delle funzioni che le sono proprie. Tutto è avvenuto in una notte, il 28 settembre scorso, quando nel corso di una seduta del Consiglio dei Ministri si è cancellata la norma che dava piena autonomia finanziaria alla Corte dei Conti. Si sarebbe sanato un paradosso tutto italiano che il solito Tremonti aveva tentato di correggere salvo poi essere defenestrato a suo tempo ( ah gli errori del centro destra governante ma non imperante!). Si voleva eliminare il fatto che il soggetto controllato ( il Governo) controllasse il portafoglio del soggetto controllore, la Corte dei Conti. Come è noto, l'articolo 100 della costituzione assegna a questa Magistratura compiti delicati in merito alla verifica dell'opportunità delle spese pubbliche e Dio sa se ve n'è bisogno in tempi di casta e antipolitica dilagante. Per di più il combinato disposto degli articoli 100 e 81 avrebbe impedito,se attuato, la crescita spropositata del debito pubblico dei decenni settanta e ottanta. Ma alle tre della notte del 28 settembre scorso il testo de quo è stato soppresso su ordine del ministro degli interni Amato. Perchè il doctor subtilis ha fatto uno scherzo del genere alle toghe contabili? Semplice,per le pressioni ricevute dagli enti locali che sono talmente pieni di debiti, per mantenere le loro clientele locali, da ricorrere a strumenti finanziari sulla cui liceità la stessa Corte ha più volte espresso dubbi e riserve. Per fortuna in Parlamento la piena disponibilità della opposizione di correggere il golpe del Professor Amato potrebbe permettere di correggere la piena sottoposizione della magistratura contabile alle bizze di una maggiranza divisa su tutto meno che sul continuare il sacco del denaro pubblico. Fa pensare anche la condotta del titolare del portafoglio degli Interni: se gli fosse stato commissiarito il suo, di portafoglio, come avrebbe reagito? Male, perchè, se si ricorda che il suo mentore Craxi lo chiamava "professore a contratto", si deve pensare che non è insensibile alle questioni finanziarie. Peccato per i molti cittadini che si vedono derubati due volte: prima dei soldi delle tasse che finiscono in sperperi e poi dai ladri che li borseggiano e saccheggiano indisturbati per ogni dove, senza che la sua polizia faccia gran che.

Nessun commento: