giovedì 27 dicembre 2007

Brutto colpo per la stabilita' pachistana la morte di Benazir Bhutto.

E' di oggi la notizia che e' stata assassinata, nell'ennesimo attentato, l'ex premier pakistano Benazir Bhutto. La notizia ferale non puo' che inquietare perche' si tratta dell'ennesima conferma che il Pakistan ( paese di cui la Bhutto-figlia d'arte giacche' il padre Zulfikar , gia' primo ministro, era stato impiccato dai golpisti condotti dal ferocissimo Zia Ul-Ha- e' stata primo ministro due volte negli anni scorsi, nal 1988-90 e 1993-96, dopo essere stata destituita da un golpe militare che portò al potere il terribile Nawaz Sharif) e' il vero ventre molle della lotta la terrorismo islamico. Infatti la Bhutto era rientrata dall'esilio dove si trovava ( era negli Emirati Arabi Uniti) per partecipare alla campagna elettorale del gennaio prossimo nel quadro di un accordo con il Generale Musharraf per stabilizzare il contesto politico pakistano. Quest'omicidio, largamente paventato e pronosticato, getta ombre inquietanti sulla possibilita' di stabilizzare "democraticamente" il Pakistan. Ormai si puo' temere il peggio: che la potentissima intelligence pachistana ( gia' pesantemente implicata nelle connivenze e complicita' con al Quaeda afghana,per tacere degli sporchi affari del traffico di immigrati clandestini e di oppio) punta alla totale destabilizzazione del Pakistan per instaurarvi un regime teocratico islamico,complice una gestione- quella del generale Musharraf- debole e incerta nella lotta al terrorismo e nella stabilizzazione del paese. E' davvero una brutta notizia, non tanto per la perdita di una grande politica ( la Bhutto non era nemmenno lontamnte paragonabile a una Indira Ghandi) ma per il segnale che da' di caos e totale insicurezza nella competizione politica in atto. Qualcuno nelle caverne ha da festeggiare. E non solo li' purtroppo.
Segue sondaggio a pie' di schermo.

3 commenti:

Old Whig ha detto...

Musharraf fa quel che può. I fondamentalisti in Pakistan c'erano prima che salisse al potere e probabilmente ci saranno anche dopo che verrà scalzato. Il vero problema che si pone all'Occidente è come continuare il processo di democraticizzazione ora che la Bhutto, alleata sicura e laica liberale tenace, non c'è più. Fidarsi di Musharraf? Abbatterlo? Appoggiare un'altra dittatura? Appoggiare gli eredi della Bhutto?
I rischi sono davvero molti e spero che Bush non si faccia influenzare troppo da certi suoi consiglieri frettolosi in questa che probabilmente sarà l'ultima grande decisione da prendere nel suo mandato, per quanto riguarda la politica estera. Mi piacerebbe invece che si ricordasse di come solo la democrazia, sia pure con i suoi tempi lunghi, stia assicurando la stabilità e stia aprendo la via della modernità in Iraq.

Tolomeo da Lucca ha detto...

Il punto è anche un altro:è possibile assicurare una democrazia in un paese come il Pakistan? O non è meglio affidare l'ordine a una potenza egemone vicina come l'India, onde ripulire il verminaio jiadista?Una cosa è certa: l'Europa resterà a non fare nulla,mentre l'america tornerà a essere operativa solo con il nuovo Presidente dal 2009.

Old Whig ha detto...

Da questa nuova problematica potrebbe trarre vantaggio McCain per la corsa alla nomination.