sabato 29 dicembre 2007

Quando il Consiglio Superiore della Magistratura diventa la Terza Camera della Repubblica: o si chiude i si fanno le toghe azzurre.

L'organo di autogoverno della nostra magistratura, il Consiglio Superiore della Magistratura- CSM, ha sempre agito come Terza Camera della Repubblica, influenzando da sinsitra o in funzione dell'interesse ( progressista) dei giudici le decisoni prese dal Parlamento. Infatti ha punito i giudici che indagavano sulla sinisitra ( si vedano i casi Forleo e De Magistris)mentre ha difeso ad oltranza quelli che colpivano il centro destra ( la Procura di Milano su tutti). Spicca il ruolo politico - di collante di queste operazioni- svolto dai Vicepresidenti di marca democristinana di sinistra ( prima Virginio Rognoni,già pluriministro Dc, poi Nicola Mancino, già Ministro degli Interni negli anni caldi 1992-94 e poi Presidente del Senato dal 1996 al 2001) che fa da collegamnto appunto tra magistrati e forze politiche di centro sinistra. Non è un caso l'ex sinistra Dc sia egemone in tanti gangli vitali della Repubblica. La condotta politicante del Csm è incontrovertibile,alla luce di tre lustri di politicizzazione della magistratura. A questo punto si pone un problema politico per il centro destra: o fa una battaglia politica per la soppressione del CSM con conseguente assegnazione delle funzioni alla corte di Cassazione e al Ministro di Grazia e Giustizia,oppure prende atto che bisogna concorrere alle elezioni politiche pure per il rinnovo del CSM,magari lanciando la lista" toghe azzurre". Non è così scontato che su 8.000 giudici tutti siano come Giovanni Salvi,fratello del già ministro Ds Salvi. Il sottoscritto , da sempre favorevole alla riduzione dei costi di Stato e politica,propende per la prima soluzione, ma nemmeno la seconda è da scartare perchè contro il CSM non si può nè legiferare nè governare: basti pensare alla travagliata riformetta Castelli dell'ordinamento giudiziario.

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