domenica 23 marzo 2008

La crisi dei cereali è una miscela esplosiva.

La finanziarizzazione del mercato dei cereali rischia di portare le medesime tensioni speculative del mercato del petrolio anche su quello dei grani. Con effetti che sarebbero terrificanti per paesi chiave della geopolitica mondiale. Provate a pensare cose succederebbe agli 80 milioni di egiziani se non dovessero trovare più la loro pagnotta quotidiana dal panettiere? Già la società egiziana è pervasa di fondamentalismo islamico da lustri: infatti è qui che è nato e s'è sviluppato il movimento dei Fratelli Musulmani del temibile Hasan Al Banna, che ancora oggi controlla tutti i gangli vitali della società civile egiziana. A questo s'aggiunga che la carenza di pane- che ha già provocato 15 vittime nei giorni scorsi- potrebbe dare il colpo di grazia a un regime che è già pericolante, quello di Mubarak. Né il problema si limita all'Egitto. Sono numerosi i paesi che si comprano la propria pace sociale con il prezzo sussidiato del grano. Vale la pena di correre il rischio di vedere tutta una serie di Stati africani e asiatici con regimi fondamentalisti islamici solo per assicurare lauti profitti agli speculatori dei derivati finanziari ( dove lo stesso Bin Ladin ha non pochi addentellati)? È necessario che la politica internazionale intervenga, favorendo le colture ad alto tasso di reddività. Insomma ci vuole una Rivoluzione verde adeguata ai tempi, che tenga conto dei progressi delle biotecnologie e della mondializzazione.

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