lunedì 31 marzo 2008

Sconosciuti in Toscana: è più facile ( e meno rischioso) concionare di egemonia culturale a Firenze che occuparsi di immondizia a Napoli.

Nelle liste del Popolo delle libertà in Toscana alla Camera come al Senato sono stati candidati personaggi noti e attivi da sempre nella politica del territorio, come Altero Matteoli o Giovanni Bucciero o anche la battagliera ma seria Lucia Tanti, ma pure persone che sono state imposte quando erano amiche e consulenti ( un po' professori a contratto alla Giuliano Amato) di potenti capi politici ,come fu a suo tempo Marcello Pera, l'emerito Presidente del Senato. Appare singolare la volontà di insistere a candidare gente che in Toscana non ha nemmeno la residenza e che viene sì e no per fare due conferenze all'anno su temi fumosi (ma trendy) come “l'egemonia culturale rossa in Toscana”. Chi scrive si occupa e combatte ( oltre a patire) questo regime tardo breznieviano e ha fornito spunti interessanti ai libri di Caprotti ( “Falce e carrello”) come pure ad Ascheri ( “La casta di Siena”). Il buffo è che quando ha fornito, in anteprima, documenti e collaborazione ai suddetti candidati per fare una panoramica sul tema o gli è stato risposto picche o è stato ignorato. Il che ci dice una cosa: che i catapultati in Toscana per il Popolo delle Libertà se ne infischiano della Regione in cui sono eletti e la utilizzano solo come trampolino di lancio per le loro carriere politiche a Roma. Del resto cenare da Fortunato a 100 euro a botta val bene venire a Firenze a fare un convegnuccio sull'egemonia culturale postcomunista. Capire cosa sia questa roba, è un altro discorso. Ma si può dubitare che importi agli sconosciuti di Toscana.

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